#RESPIRISOFIA 3
Dimmi come respiri e ti dirò chi sei!
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Eccoci al nostro terzo "mercoledì mercuriale" dedicato alla Scienza (e Saggezza!) del Respiro.
Ovvero ciò che, in noi, si manifesta, come parte del "SOFFIO".
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Hai mai pensato che la nostra respirazione possa essere una cartina al tornasole del nostro stato interiore e profondo?
È proprio così. La nostra respirazione riflette, con grande precisione, la nostra tensione emotiva e mentale, che presto diviene fisiologica e corporea.
Basta osservarsi un po' più da vicino per scoprire che quando qualcosa interviene nella nostra vita il nostro corpo reagisce, e reagisce proprio a partire dal respiro.
Per questo tante tradizioni di origine orientale - ma non solo - ci portano per prima cosa all'osservazione del nostro respiro e della sue variazioni.
Ovviamente, l'osservazione precede il controllo e la sua regolazione.
Non solamente quando il corpo si mobilita, quando corre ad esempio, e per questo richiede maggior energia e quindi il respiro si fa più frequente, a volte affannoso.
In altre parole, non solo una maggiore richiesta energetica porta ad una accelerazione aerobica. Nella maggior parte dei casi neppure ce ne accorgiamo, ma il respiro è modificato persino da una anche minima variazione emotiva.
Un semplice sussulto dovuto ad una inaspettata sorpresa, non è che una modifica repentina del fluire dell'aria nel nostro organismo, il quale ci porta a sospendere, anche solo per una pausa brevissima, il respiro che lo alimenta.
E non voglio parlare delle grandi emozioni, che talora letteralmente ci investono, come quelle della rabbia, della paura o della preoccupazione ansiosa. Possiamo constatare questo con grande facilità, solo osservandoci.
Però possiamo anche rilevare che, se il nostro organismo energetico è in grado di portare una modifica così veloce al suo rifornimento aerobico, allora possiamo cominciare a credere che sia vera anche la possibilità contraria.
Ossia quella possibilità di controllare le nostre emozioni attraverso una volontaria e consapevole regolazione del respiro.
Emozioni e non solo: anche lo stato mentale lo coinvolge direttamente poiché, sappiamo, è esso stesso un grande motore-emotivo...
Cosa significa tutto ciò? Significa che abbiamo tra le mani uno strumento potentissimo, per rendere migliore e anche fisiologicamente funzionale la nostra esistenza nel nostro mondo.
Un esempio molto semplice: quando devo sostenere un esame in università, un colloquio di lavoro, oppure altre situazioni emozionalmente intense che rischiano di farci perdere la centratura, necessaria per ottimizzare la nostra risposta agli eventi.
Ecco allora che, consapevoli di una più impegnativa richiesta energetica nella situazione in atto, ma anche della necessità di mantenere i nostri potenziali, fisico-emotivo-emozionali, saldamente connessi e collegati fra loro, la possibilità di coordinare il mio respiro e adeguarlo alla richiesta si rivela fondamentale strumento per ottimizzare le mie risorse.
In questo processo di quotidiana sperimentazione, c'è un vero e proprio organo, tanto potente quanto poco conosciuto e utilizzato. Parlo di organo e non solo di muscolo, come comunemente è conosciuto: questo muscolo è il diaframma e riveste una vera e propria "funzione organica" a tutti i livelli. Esso infatti organizza e coordina piani diversi, a partire proprio dal nostro corpo fisico.
Etimologicamente, si chiama diaframma perché "separa" (dal greco antico dià-frasso). Ma, vedremo, in realtà UNISCE, poiché mette, o dispone le parti, in una RELAZIONE INTELLIGENTE.
Separa veri e propri "regni" del nostro corpo fisico ed energetico: il "regno" cardio-respiratorio, motore della nostra vita emozionale e ritmica. Quello che scandisce il tempo, il passo di marcia, cui la vita tutta si riconduce nella sua "necessaria e significante" espressione duale. Poiché, sappiamo, tutto in questo pianeta è fondato sul doppio aspetto delle cose. Il respiro stesso è il simbolo strutturante del dualismo di questa nostra dimensione.